La vispa Teresa

Prima della pandemonia, quando ancora guidavo, raccontavo oggi alla Rosina, in macchina mi piaceva ascoltare la radio. È un po’ che non ascolto la radio. Non mi piace tanto quando, alla radio, parlano. Alla radio mi piace ascoltare la musica. Solo in un caso, alla radio, mi piace quando parlano: quando ascolto Radio Maria. C’è ancora a Radio Maria quel programma che si può dedicare il rosario? A me piaceva quel programma lì, che si può dedicare il rosario. Una volta ha telefonato un signore che ci voleva dedicare il rosario a suo zio Carmelo. Proprio così ha detto: ci voleva dedicare il rosario a suo zio Carmelo. Che suo zio Carmelo era ricoverato in ospedale. La signorina di Radio Maria gli ha chiesto che cosa aveva suo zio Carmelo in ospedale. E lui ha risposto: c’hanno sparato allo zio Carmelo. Un’altra volta una signora ci voleva dedicare il rosario a così tanti parenti, ma così tanti fratelli, sorelle, nipoti, pronipoti, cognati, che la signorina di Radio Maria ha dovuto essere scortese e attaccare la cornetta. Di solito, la signorina di Radio Maria è gentile ma quella volta le ha proprio attaccato la cornetta. A me ascoltare la dedica del rosario di Radio Maria, è sempre piaciuto a mille. Il rosario mi ricorda anche la mia amica Elena. La mia amica Elena le sentiva le nonne che al rosario in latino dicevano: “ora apro io, ora apre lei”. Le nonne non sapevano dire in latino “ora pro eo, ora pro eis” e dicevano proprio così “ora apro io, ora apre lei”. Io e Elena allora non potevamo mai andare ai rosari insieme perché altrimenti quando sentivamo “ora apro io, ora apre lei”, ridevamo. Vi è mai successo che ti prende quel ridere che non riesci a non ridere? Quando ti prende quel ridere che non riesci a non ridere, ti prende sempre che non puoi ridere. E tu provi a non ridere, ma niente: devi ridere. Non puoi non ridere. A me succedeva già alle elementari. Alle elementari mi succedeva con Barbara. Con Barbara, bastava che ci guardassimo e giù a ridere. Che ridevamo così tanto senza motivo che ci veniva mal di pancia dal ridere. Che mal di pancia, Barbara e io, glielo facevamo venire anche al maestro Adelio Bellone. Ve lo ricordate il maestro Adelio Bellone? Sembrava uscito dal libro Cuore. Il maestro Adelio Bellone è uno di quei maestri che non è mai stato giovane e non è mai stato vecchio. È sempre stato uguale il maestro Adelio Bellone. Il maestro Adelio Bellone era magro e non tanto alto. All’intervallo, mangiava sempre i canestrelli del Sassello. Il maestro Adelio Bellone era molto paziente. Io, alle elementari, c’era una cosa che proprio non sopportavo: il grembiulino bianco. Che il grembiulino bianco ti stringeva sul collo. E poi il grembiulino bianco dovevano metterlo solo le femmine. Io non lo trovavo giusto che il grembiulino bianco dovevano metterlo solo le femmine. Voi lo trovate giusto? E allora alle elementari, avevo escogitato un modo per non mettere il grembiulino bianco. Entravo a scuola, andavo in bagno, riempivo il lavandino con l’acqua e immergevo il grembiulino bianco dentro. Eh, mi spiace, si è bagnato il grembiulino bianco. Oh come mi dispiace: non posso più metterlo il grembiulino bianco perché è bagnato. E tutte le mattine, la stessa storia. A un altro, gli sarebbe scappata la maionese, ma al maestro Adelio Bellone niente: il maestro Adelio Bellone me lo faceva mettere sul termosifone, ma il grembiulino bianco non si asciugava mai. Così il grembiulino bianco, io, facevo solo finta di metterlo, ma non l’ho mai messo. E poi anche Barbara ha cominciato a bagnarlo il grembiulino bianco e non l’ha mai messo. La Mariuccia, che oggi sarebbe l’operatore scolastico ma allora si chiamava ancora la bidella, tutte le mattine, mi diceva: eccola, è arrivata la Vispa Teresa. Mi ha sempre chiamata così, la Vispa Teresa, anche quando poi ero grande. Fino a poco tempo fa, mi vedeva da lontano e la sentivo: eccola che arriva la Vispa Teresa. È lei, la Mariuccia, che per me è sempre la mia bidella, che mi ha mandato questa foto tramite sua nipote Lorenza. Io e Barbara siamo quelle in prima fila, senza il grembiulino bianco. C’è anche un’altra bambina, dietro, senza grembiulino bianco. Era una bambina delle giostre. Che quando montavano le giostre a Refrancore, i bambini delle giostre venivano a scuola con noi. Le bambine delle giostre, il grembiulino bianco, potevano non portarlo perché non ce l’avevano. Io la ringrazio la Mariuccia per il bel regalo che mi ha fatto oggi. E ringrazio anche il maestro Adelio Bellone e la sua santa pazienza, che ce n’è voluta tanta di santa pazienza per sopportare la Vispa Teresa.