Stefano nel paradiso dei sommelier

Stefano Ferrando sommelier

Lo pensavamo già, ma la Rosina e io oggi abbiamo avuto conferma: la pandemonia vuole che tu stai al suo gioco. La pandemonia vuole che tu stai al suo gioco e il suo gioco è subdolo: ti fa diventare triste-triste, piangi e se incontri uno per strada lo guardi male. Il gioco della pandemonia è subdolo. Oggi ci stavamo cascando, la Rosina e io, al gioco subdolo della pandemonia. Perché oggi la pandemonia ci ha fatto diventare tristi-tristi e abbiamo pianto, la Rosina e io. Non abbiamo guardato male nessuno per strada solo perché non siamo uscite, altrimenti avremmo anche guardato male uno per strada. Siamo diventate tristi-tristi, abbiamo pianto e avremmo anche guardato male uno per strada perché oggi Stefano è andato nel paradiso dei sommelier. E dopo che siamo diventate tristi-tristi e abbiamo pianto perché oggi Stefano è andato nel paradiso dei sommelier, la Rosina e io ci siamo guardate e ci siamo dette: ecco che la pandemonia fa il suo gioco subdolo anche con noi. Ma noi non dobbiamo stare al gioco subdolo della pandemonia. Allora abbiamo cominciato a pensare perché non dobbiamo stare al gioco subdolo della pandemonia. Non dobbiamo stare al gioco subdolo della pandemonia, perché con Stefano non abbiamo mai fatto delle cose tristi-tristi e che facevano piangere. Con Stefano abbiamo sempre solo fatto delle cose allegre-allegre che facevano ridere a mille. Con Stefano abbiamo fatto il Vinitaly e abbiamo fatto le degustazioni. Che i messaggi su WhatsApp con Stefano sono solo Vinitaly, vino e brindisi. Ho provato a cercare un messaggio triste con Stefano: niente, non l’ho trovato. Solo Vinitaly, vino e brindisi. E allora se non l’ho trovato è perché con Stefano ho sempre solo fatto delle cose allegre-allegre che facevano ridere a mille. E poi, pensateci: che bello dev’essere il paradiso dei sommelier. Io non so se un giorno mi vorranno nel paradiso dei sommelier perché mi vesto come la Rosina, ma Stefano lo vogliono, eccome, nel paradiso dei sommelier. Lo fanno capo del paradiso dei sommelier! Anzi, capo c’è già Giuse che è arriva anche prima della pandemonia. Stefano mi ha fatto capire che non dobbiamo stare al gioco subdolo della pandemonia. Perché è facile cadere nel gioco subdolo della pandemonia. Allora se tu cadi nel gioco subdolo della pandemonia, la pandemonia vince. La pandemonia non deve vincere. La pandemonia dobbiamo farle credere che vince, ma poi, zac, vinciamo noi. Il Nonu di Castagnito, non fosse già nel paradiso dei nonni alpini, le avrebbe detto alla pandemonia: se mi fai andare nel paradiso dei nonni alpini, io nel paradiso dei nonni alpini organizzo le Adunate, che tanto ci sono già tutti gli altri nel paradiso dei nonni alpini. E che Adunate ci facciamo nel paradiso dei nonni alpini! Quanto ci divertiamo, noi, nel paradiso dei nonni alpini! L’avrebbe fregata la pandemonia, il Nonu, mica stava al gioco subdolo della pandemonia. Gli alpini li conosco da tanto e non usano mai parole tristi-tristi che fanno piangere: gli alpini dicono “è andato avanti”. Pensateci: è andato avanti. Gli alpini vanno avanti quando vanno nel paradiso degli alpini. Né in terra né in cielo, semplicemente avanti. A me piace pensarti così oggi, Stefano, semplicemente avanti come lo sei sempre stato nella vita.