Oggi ci riposiamo un po’….

Oggi ho detto alla Rosina: oh Rosina oggi ci riposiamo un po’ eh. Mangiamo e poi ci corichiamo nel prato a guardare le nuvole. Mentre la Rosina e io ci corichiamo nel prato a guardare le nuvole, inizia un rumore che sembrava un elicottero. Che a un certo punto ho pensato: saranno i carabinieri che controllano i merendini. E volevo scrivere un cartello: la Rosina e io siamo a casa. Eccoci. Questo rumore che sembrava un elicottero non smetteva più. Che l’elicottero quando passa, passa anche il rumore. Ma il rumore che sembrava un elicottero non smetteva più. E infatti, non era un elicottero. Il rumore che sembrava un elicottero era un trattore che girava sulla collina davanti a Viarigi. Che io dico, agricoltore santo, che c’è la pandemonia e tutta la settimana puoi andare nella vigna ma proprio tra le due e le quattro del giorno di Pasquetta devi andare nella vigna con il trattore che sembra un elicottero? Che fai prendere a tutti uno sciopone che pensavamo all’elicottero dei carabinieri. Ci fosse stata la mia amica Elena di Cortiglione di Robella d’Asti avrebbe capito subito che non era un elicottero, ma un trattore. La mia amica Elena di Cortiglione di Robella d’Asti ha una dote: riconosce da lontano non solo se è un elicottero o un trattore ma riconosce anche la marca dell’elicottero e del trattore. Ha orecchio la mia amica Elena di Cortiglione di Robella d’Asti. Che una volta giocavamo a riconoscere i nonni di Cortiglione di Robella d’Asti quando partivano da casa. Avete presente i nonni che quando partono mettono la prima e solo dopo un tot di chilometri si sente che inseriscono la seconda? Sempre se la inseriscono la seconda. Che poi è esattamente quello che faremo noi finita la pandemonia. Perché nessuno sarà più capace a guidare finita la pandemonia. Elena riconosceva tutti: questo è l’Elio, questo è il Tiglio, questo è mio cugino Mario. Ognuno aveva i suoi chilometri prima di inserire la seconda mentre andava a giocare le carte. E Elena li riconosceva tutti. Che io non sarei stata capace. Una volta, dopo una burrasca, Elena ha sentito partire non mi ricordo più se l’Elio o il Tiglio per andare a giocare le carte. Devo chiedere a Elena se era l’Elio o il Tiglio che ha sentito partire dopo la burrasca per andare a giocare le carte. Lei comunque l’aveva indovinato chi era a partire per andare a giocare le carte. Poi, quando è passato davanti a Elena con la sua panda rossa, che non so più se era l’Elio o il Tiglio, Elena ha visto che aveva anche una sdraio di plastica bianca piantata nel vetro dietro della macchina. Ma l’Elio o il Tiglio non se n’era accorto che dopo la burrasca, aveva anche una sdraio di plastica bianca piantata nel vetro dietro della macchina. L’Elio o il Tiglio era concentrato sulla prima per andare a giocare le carte. Ma io non vi volevo parlare dell’Elio e del Tiglio oggi, vi volevo parlare di un’altra volta che ho detto: oh oggi ci riposiamo un po’ eh. La Rosina non c’era ancora e non c’era ancora neanche la pandemonia. C’era la festa a Viarigi. A Viarigi a fine agosto c’è una festa bellissima che vengono tutti gli artisti di strada. E quel giorno che ho detto “oh oggi ci riposiamo un po’ eh”, è suonato il telefono. Al telefono era Sara. Sara fa vino nelle Langhe. Sara ha quattro figli. Che Sara è stata anche gentile e me l’ha detto subito: sei sicura che veniamo? Guarda che di solito poi non ci vuole più nessuno quando andiamo a casa di qualcuno. E io: figurati, Sara, venite che oggi ci riposiamo un po’ eh. Sara è arrivata che era già sudata. Cesare non aveva neanche un anno, Cecilia, Giovanni e Clara erano tutti sotto i 6. Che Sara ha avuto il coraggio di fare quattro figli uno di seguito all’altro. Quel giorno che c’era la festa a Viarigi, Sara ha messo a dormire Cesare e Cecilia, i due più piccoli, e io sono rimasta con Giovanni e Clara. Ho detto a Giovanni e Clara: oh Giovanni e Clara oggi ci riposiamo un po’ eh. Sì, ciao. Ho fatto per appisolarmi e mi è arrivata una secchiata d’acqua gelata. E Giovanni che rideva. Ah sì? Adesso ti sistemo io brigante che non sei altro. E sono andata ad aprire il rubinetto della gomma dell’acqua. Così ci siamo divertiti quel giorno Giovanni, Clara e io con la gomma dell’acqua. Ma non mi sono resa conto che anche Giovanni aveva provato ad aprire il rubinetto della gomma dell’acqua. Ma non aveva aperto il rubinetto della gomma dell’acqua: Giovanni aveva chiuso il contatore generale del gas. Che, alla sera, quando ho provato a cucinare qualcosa, niente: il gas non c’è. E sono stata tre giorni al telefono con quelli della Somet lamentandomi per il disservizio prima di capire che non era un disservizio della Somet, ma era stato Giovanni a chiudere il contatore generale del gas. Che alla Somet non gliel’ho mai detto che era stato Giovanni. Che adesso in tempi di pandemonia, che fanno scuola da casa, Sara dice che non le basta più una bottiglia di vino, ce ne vogliono almeno due bottiglie di vino al giorno adesso. Un giorno li ha messi anche a etichettare in cantina. Sara, adesso che allungano la pandemonia, è un po’ disperata e allora io le ho suggerito di fare come fa Loris, l’amico di Moris, che è un genio Loris come Moris: dopo aver fatto il pane, la pizza, la torta, l’etichettatura, la seduta spiritica, non resta che insegnare ai bambini a fare una cosa: il gin tonic. Che comunque saper fare il gin tonic, prima o poi nella vita serve.