L’orticaria gigante

Durante la pandemonia, tutti abbiamo fatto tante nuove esperienze. Io ho avuto la nuova esperienza dell’orticaria gigante. L’orticaria gigante ti viene tutta la faccia e il collo rossi-rossi, gonfi-gonfi. Che poi non è facile capire perché ti viene tutta la faccia e il collo rossi-rossi, gonfi-gonfi. Mi viene tutta la faccia e il collo rossi-rossi, gonfi-gonfi quando metto la mascherina, ma ho anche mangiato le lenticchie insieme alla mascherina. Non l’ho mangiata la mascherina, l’ho solo messa. Le lenticchie le ho anche mangiate. Anche la mia socia Marianna ha l’orticaria: la sua non è gigante, la sua è un’orticaria normale ma diffusa bene in tutto il corpo: gambe, braccia, pancia e schiena. Anche nell’orticaria, Marianna e io, ci completiamo. Lei un pezzo, io un altro. Comunque grazie all’orticaria gigante e che dovevo andare nella farmacia notturna, ho vissuto un’esperienza meravigliosa: ho visto Asti. Che bella, Rosina, Asti! Appena finisce la pandemonia ti porto, Rosina, ad Asti! Ero così felice che volevo suonare il clacson come si fa ai matrimoni. Poi alla fine, l’ho suonato solo quando sono passata davanti a casa di Tilde, Lucilla e Pier che non so se hanno sentito. Se non hanno sentito, glielo dico oggi che ho suonato il clacson davanti a casa loro. Per l’orticaria gigante, ho preso il cortisone. Che il cortisone mi ricorda il mio amico Giovanni Ruffa. Lui dice che i farmaci assoluti sono tre: l’aspirina, il cortisone e il Negroni. Stasera, sull’orticaria gigante, provo con il Negroni di Valeria e Vittoria della Caffetteria Mazzetti. Magari funziona il Negroni di Valeria e Vittoria della Caffetteria Mazzetti. E l’ho mandato anche a Giovanni Ruffa il Negroni di Valeria e Vittoria della Caffetteria Mazzetti. Tre Negroni ho fatto mandare a Giovanni Ruffa perché, come dicono quelli della banda di Rocchetta Tanaro, se volevano che ne bevessimo solo uno, lo chiamavano Negrone. E allora se si chiama Negroni, al plurale, è perché devi berne almeno due. Quante cose nuove stiamo scoprendo in questa pandemonia! E quante cose abbiamo rivalutato durante questa pandemonia: io ho rivalutato l’alito che puzza della Nonna. L’alito che puzza della Nonna si è quotato in tempi di pandemonia perché se senti l’alito che puzza della Nonna non hai la pandemonia. Una mia amica che non ha la fortuna di avere l’alito che puzza della Nonna, ha rivalutato la puzzetta: se senti l’odore della puzzetta, non hai la pandemonia. La mia amica Romina avrà anche rivalutato le sue mutande che sono brutte, ma così brutte, che io gliele volevo bruciare le mutande a Romina. Invece in pandemonia le mutande brutte, ma così brutte, della mia amica Romina si rivalutano ora. Le mutande brutte, ma così brutte, della mia amica Romina si rivalutano ora perché sono comode, alte, in cotone bianco. Durante la pandemonia, abbiamo anche imparato a riciclare gli oggetti: a Francesca Bridget, ve la ricordate Francesca Bridget?, la Croce rossa ha regalato una mascherina nera. E lei, a quelli della Croce rossa, li ha guardati e ha detto: faccio una rapina e dividiamo. Ma scherzava, Francesca, la rapina non la fa e la mascherina nera l’ha riciclata la Franca come bandana per i capelli. La più brava delle mie amiche a riciclare è Nadia. Nadia ha riciclato anche i vestiti di mia nonna Alida. Che ogni tanto quando la vedo con il vestito di mia nonna Alida, mi sembra mia nonna Alida. Mia nonna Alida era una campionessa del riciclo e del risparmio energetico. Che Elena, a mia nonna Alida, le faceva un baffo. Mia nonna Alida risparmiava così tanta energia che, quando aprivamo il frigo, ci diceva: tutte le volte che apriamo il frigo, spendiamo 0,7 lire. Sembrava il doganiere di “un fiorino!” di Non ci resta che piangere. Meno male che avevo un fratello perché quando dovevamo aprire il frigo, dovevamo essere in due così uno faceva il palo e controllava che non arrivasse nonna Alida. Anche mia zia Michelina era una campionessa del riciclo. Che Elena, a mia zia Michelina, le faceva un baffo. Un anno, a Natale, mi ha regalato un dollaro e un pacco di stagnola che aveva riciclato in un anno. Per giocare, mi ha detto. Io non sono brava a riciclare come mia nonna Alida e mia zia Michelina, ma neanche come Elena. L’unica cosa che riciclo sono le casse di legno del vino. Le casse di legno del vino le uso per fare tutto: porta carta igienica, porta grissini, fioriere, comodino da notte, tavolino da cucina, tagliere. Donatella mi anche fatto un letto con le casse di legno del vino. Vorrei provare, visto che la mascherina mi fa venire l’orticaria gigante, a farmi una mascherina con le casse di legno del vino. Magari non è proprio comoda la mascherina fatta con le casse di legno del vino, ma sarebbe originale una mascherina così. Che mi riconoscete subito, per strada, con una mascherina così. E secondo me, con una mascherina così non mi viene l’orticaria gigante e sostituisco definitivamente il cortisone con il Negroni.