Le frasi degli Alpini scritte nel cuore

Oggi Federica ha scritto su Facebook: ho letto una frase di Andrea Rivera, ridere ci mantiene giovani, ecco sono diventata vecchia perché non rido più. Allora la Rosina e io stasera si pensava di farla ridere un po’ a Federica. Non è facile farla ridere un po’ Federica perché la Rosina e io non sappiamo come rideva, Federica, prima della pandemonia. Io, prima della pandemonia, se volevo ridere uscivo una sera con il Nonu, Franco che noi chiamiamo Franchino, Beppe e gli alpini di Castagnito. Il Nonu, Franchino, Beppe e gli alpini di Castagnito ti facevano ridere. E infatti il Nonu, Franchino, Beppe e gli alpini di Castagnito non sono mai stati vecchi. Il Nonu, Franchino, Beppe e gli alpini di Castagnito sono sempre giovani. Anche adesso sono giovani. Il Nonu era giovane anche se è già andato nel paradiso degli alpini allegri prima della pandemonia. Sarebbe stato giovane anche se nel paradiso degli alpini allegri, ci fosse andato tra millemila anni. Perché il Nonu rideva e non era mai vecchio. Del Nonu, Franchino, Beppe e gli alpini di Castagnito, Elena e io abbiamo un diario dove ci sono tutte le frasi che ci hanno fatto ridere a mille. E adesso, le frasi le scrivo per far ridere un po’ Federica e la Rosina. Che sono tutte in piemontese, le frasi. Facciamo così che vi traduco solo quelle che si possono tradurre e le altre no. La frase che mi ha sempre fatto più ridere a mille non ve la traduco: dal crin as ten tut, d’la crina mac al numer d’l telefono. Il Nonu aveva una dote particolare a colorire i racconti. Il Nonu, una volta, mi stava raccontando di una di Castagnito e ha detto: l’ava ‘l gambe talmente storte chj pasava ‘n can con ‘na ramasa ‘n bucca. Aveva le gambe talmente storte che passava un cane con una scopa in bocca. Il Nonu, un’altra volta, mi raccontava di uno di Castagnito e ha detto: l’era talment brut, ma talment brut, che chila l’ava pì car faje ‘n punpin che daje ‘n basin. Questa non ve la traduco e non se non la capite, potete telefonare a un vostro amico piemontese. Il Nonu, una volta a tavola, mi ha detto: mangia an toc ‘d roba ad pec. Mangia un pezzo di roba di petto. Che la roba di petto sarebbe il formaggio. Anche Franchino ha le sue doti nel colorire i racconti. Franchino, una volta, parlava di uno di Castagnito e ha detto: l’ava sì e no duj denc, l’andava ben a timbré a la Miroglio. Aveva sì e no due denti andava bene a timbrare alla Miroglio. Franchino, un’altra volta, parlava di un altro di Castagnito e ha detto: java jeui chi s’davu dal tu, ‘uardava al pan, l’ha pià al furmage. Aveva gli occhi che si davano del tu: guardava il pane, ha preso il formaggio. Franchino, il perizoma, lo chiama: scianca-pet. Rompi puzzetta. Anche i dialoghi tra il Nonu e Franchino avevano il loro perché. Nonu: Mi pii ‘l viagra machi per nen pisemi si pè. Prendo il viagra solo per non pisciarmi sui piedi. E Franchino: t’ pori nen teni ‘na canà ‘n sacocia? Non puoi tenere una grondaia in tasca? E una volta Franchino ha visto il Nonu che ballava con una madamina e ha detto al marito della madamina: cà s’ preocpa nen sa bala con sa fumna, l’ha la bestia morta dos. Letterale: non si preoccupi se balla con la sua signora: ha la bestia morta addosso. E poi ne avrei tante altre frasi: qualcuna scritta sul diario, altre scritte nel cuore. Perché gli alpini, le frasi, te le scrivono anche nel cuore. E durante la pandemonia, le frasi scritte nel cuore che ti lasciano gli alpini, ti fanno ridere e allora non ti fanno invecchiare.