Le Donne del vino

Non so se l’avete notato anche voi, ma in tempi di pandemonia ti viene da fare l’aperitivo tutti i giorni. A voi no? Io penso perché tutti i giorni sembra il weekend e allora nel weekend ti viene voglia di fare l’aperitivo. La Rosina e io, l’aperitivo, lo facciamo in videochat con le donne del vino. Una sera con una di Gavi, una sera con l’altra di Barolo, la sera dopo con una del Grignolino e così via. Che passiamo tutte le doc e le docg. Che con le donne del vino abbiamo anche un gruppo WhatsApp dove ci scriviamo in cento e poi è una pandemonia, che non capisci più niente. Ma noi stiamo bene lì in chat delle donne del vino perché con le donne del vino è come con la Rosina: non ti senti mai sola. Le donne del vino sono tantissime. Che non so neanche dirvi quante sono, ma una cosa a mille. L’associazione si chiama Associazione Nazionale Le Donne del Vino. Le donne del vino fanno il vino ma non fanno solo il vino. Fanno da mangiare, servono il vino, vendono il vino, scrivono di vino. Io sono nella categoria che scrivo del vino. È più quello che bevo, che quello che scrivo, ma, il vino, lo scrivo anche ogni tanto. Anche la Rosina vorrebbe entrare nelle donne del vino. Finita la pandemonia, proviamo a presentare domanda a Gabriella, Fernanda Chiara e Paola, e vediamo se la Rosina la fanno entrare. Io, le donne del vino, le chiamo ciampornie. Tutte, anche quelle famose, me ne frega niente e le chiamo ciampornie lo stesso, anche se sono famose. Che tanto lo sanno che a me piace lo scherzo. E ormai anche loro mi chiamano ciampornia. Ho guardato sul dizionario online italiano-piemontèis per darvi una traduzione esatta di ciampornia. Ma il dizionario mi ha risposto così: “La ricerca di ciampornia non ha prodotto alcun risultato”. Allora come ve lo traduco ciampornia? Io direi che ciampornia è una donna un po’ avanti con gli anni, che se deve dire una cosa la dice e bon. Ma noi ci chiamiamo ciampornie con amore, non per farci offesa eh. cose di P. ci ha anche fatto gli orecchini con scritto ciampornia. Così se andiamo in giro sanno che siamo ciampornie. Ma io non voglio parlarvi delle ciampornie, o meglio voglio parlarvi delle ciampornie, ma voglio parlarvi di due viaggi in particolare che ho fatto con le ciampornie del Piemonte. Perché le ciampornie sono suddivise per regione. Ci sono le ciampornie della Puglia, le ciampornie della Sicilia e così via. Io sono con le ciampornie del Piemonte. Il primo viaggio che ho fatto con le ciampornie del Piemonte è stato in Bulgaria. Era il 2014 e siamo andate a visitare le cantine vinicole della Bulgaria. Siamo andate in Bulgaria perché la nostra capa ciampornia di adesso Ivana ha una cantina proprio in Bulgaria e allora lei, la Bulgaria, la conosce a mille. E in Bulgaria ci siamo divertite ma divertite a mille. Che una sera siamo andate in un ristorante al mare e abbiamo bevuto tutto il rosé che aveva in cantina il ristorante. Che il ristorante non ci poteva credere che avevamo bevuto tutto il rosé della sua cantina. E poi tornando a casa, cantavamo. Che abbiamo fatto una tale pandemonia, che credo l’autista abbia pensato più di una volta di scaricarci tutte, lasciarci lì nella notte e andarsene via con il pulmino. Piuttosto che noi, ancora adesso, l’autista della Bulgaria preferisce il coronavirus! Abbiamo cantato, ballato, mangiato, bevuto. Che ve l’ho detto, ci siamo divertite a mille. E poi, è arrivata l’ultima sera e l’ultima sera siamo andate in un ristorante bellissimo e abbiamo bevuto il Mavrud. Il Mavrud è tipo un nebbiolino bulgaro che va giù proprio bene e te ne bevi assai. E quando siamo uscite dal ristorante, tutte avevamo un po’ sonno perché quando bevi hai anche un po’ sonno. Ma Cristina ha detto: ma come, è l’ultima sera e andiamo a dormire? E allora lei che è la super capa delle donne del vino, comanda più di noi e siamo andate in un locale a bere il bicchiere della staffa. E noi non ne potevamo più di bere, ma abbiamo ordinato lo stesso un mojito. Francesca Bridget si è addormentata su un divanetto. Io e le altre sorseggiavamo il mojito ma hai presente quando non ti sta più una goccia d’alcol in corpo? Ecco, eravamo così tutte. Tranne Cristina. Cristina si è bevuta tutto il suo mojitino, poi ci ha guardate e ha detto: “Beh, sembra di bere una limonata!”. Noi, di Cristina, un po’ abbiamo paura adesso perché lei resiste più di noi. Anche se ha più anni di noi, lei ci batte a mille. Un altro viaggio che abbiamo fatto è in Champagne. Che a tutte le ciampornie, le bollicine di Champagne piacciano assai. Il viaggio ce l’ha organizzato la Dame du vin che poi è Livia. Lei, dello Champagne, sa tutto ma proprio tutto. E se dovete andare in Champagne chiedete a lei che sa tutto. Noi siamo state benissimo in Champagne. Abbiamo cantato, ballato, mangiato, bevuto. Il giorno che la Champagne è diventata patrimonio Unesco, il 4 luglio 2015, abbiamo dedicato una canzone ai francesi davanti alla cattedrale di Reims. Abbiamo cantato “Marieme veui marieme”. Sapete quella canzone piemontese che dice “avei na fumna grasa l’è na gran disperasiun”? Che “Marieme veui marieme” era l’unica canzone che sapevamo tutta. E tutti davanti alla cattedrale di Reims ci hanno fatto un grande applauso a queste italiane che cantavano “Marieme veui marieme” per l’Unesco alla Champagne. Adesso Cristina vorrebbe fare un viaggio in Bhutan. Ma voi ce l’avete presente il Bhutan? Sono montagne dell’Himalaya a oltre 2500 metri e lei vorrebbe che noi andassimo lì. Ma Elena e io siamo già d’accordo che non ci facciamo fregare da Cristina ad andare in Bhutan. Che ci siamo già viste la scena: noi lassù sulle montagne che ci venite a prendere con l’elisoccorso, Francesca che dorme sulla vetta e Cristina che si beve il suo mojitino a 2500 metri di quota. No, no, non ci facciamo fregare. Voi fate finta che non avete sentito ma noi le inventiamo la scusa che in Bhutan c’è la pandemonia e non si può andare. E il mojito ce lo beviamo in Piemonte, in video chat, con tutte le mie belle ciampornie!