Il delivery a Viarigi

delivery a Viarigi

Oggi è una giornata speciale per me e per la Rosina: abbiamo vissuto la nostra prima giornata di delivery al mondo a Viarigi. La nostra prima giornata di delivery al mondo a Viarigi, capite? È come se avessimo scritto una pagina di storia. Perché a Viarigi, ve l’ho già detto, è così lontano che mai nessuno vuol fare il delivery. Ma adesso, in tempi di pandemonia, è diventato di moda il delivery e arriva anche qui a Viarigi che è così lontano che mai nessuno ha voluto fare il delivery. Ma non vi voglio parlare di Viarigi che è così lontano che mai nessuno ha voluto fare il delivery, vi voglio parlare della mia prima giornata di delivery al mondo a Viarigi. Il primo delivery sono stati quattro, tutti nel giro di 24 ore. Che quattro delivery nel giro di 24 ore, c’è da avere quasi uno shock a Viarigi. Abbiamo persino il sudore, la Rosina e io, per quattro delivery nel giro di 24 ore. Il primo delivery è arrivato ieri sera, che era già verso il buio. Il primo delivery era un regalo per la Rosina: una colomba della Pasticceria Daniella. Che me l’ha portata proprio lei in persona, Daniela. A me Daniela è simpatica assai. Daniela e io, di solito, ci incontriamo da Taschet a Rocchetta Tanaro. E di solito, quando Daniela e io ci incontriamo abbiamo un bicchiere di vino in mano. Penso di non averla mai vista senza e lei non ha mai visto me senza. Ieri sera, è stata la prima volta che non ce l’avevamo un bicchiere in mano perché lei guidava il furgone. Daniela non trovava la strada della Butte. Perché nessuno trova mai la strada della Butte. Se cerchi su Google “La Butte del Viaris”, ti manda sempre alla chiesa di San Silverio. È bellissima la chiesa di San Silverio, per carità, ma io non abito in chiesa, abito alla Butte de Viaris. Che la strada della Butte è sterrata e Google si rifiuta di mandarti in una strada sterrata. Chissà cosa pensa Google: quella lì non mi frega che vuole mandare la gente in camporella e non alla Butte del Viaris! E allora li manda tutti in chiesa che così Google è tranquillo che in chiesa, non fai la camporella. Anche poi, i miei clienti del bed&breakfast Google li manda in chiesa e non in camporella, e devo spiegarglielo ai miei clienti che non abito in chiesa. Ho già provato a spiegarglielo a Google ma non mi crede: pensa che vi voglio mandare in camporella e non alla Butte de Viaris. Così anche il secondo delivery è arrivato in chiesa. Il secondo delivery l’ha mandato Eleonora Costa Di Crealto. Che sembra il nome di una madama del Settecento ma Di Crealto se l’è aggiunto lei che è il nome del suo agriturismo e cantina. Eleonora fa il vino e abita anche lei lontano, ad Alfiano Natta, che per arrivare da lei c’è una stradina sterrata. E anche lì Google pensa male e pensa che Eleonora ci voglia portare in camporella. Il delivery era farina di mulino, plin ai carciofi e due tipi di grignolino: uno grignolino e uno grignolino in anfora. E io, il delivery di grignolino, l’ho trasformato in una pandemonia! Perché il grignolino mi è caduto e si sono rotte le bottiglie sul terrazzo. Che ho fatto una pandemonia in tempi di pandemonia! E allora ho pensato di non arrabbiarmi perché non avevo mai battezzato il terrazzo e ora il mio terrazzo è battezzato come si fa con le navi. Non l’ho battezza la mia nave-terrazzo con un vino qualsiasi, ma con il grignolino Marcaleone. Che il grignolino Marcaleone non è un vino qualsiasi per me perché prima che lo facesse Eleonora, lo faceva Carlo Quarello. E Carlo Quarello era un mio amico del cuore. Così amico del cuore che il mio filare di grignolino alla Butte l’ho piantato con lui e poi il mio filare di grignolino alla Butte è dedicato a lui. Glielo abbiamo dedicato il 1° maggio 2014. Abbiamo fatto una festa bellissima con tantissimi amici. E c’è una foto bellissima dove c’è anche Giulio Morra nella foto. Che Giulio Morra nelle foto non c’è mai perché fa le foto. Ma la foto bellissima l’ha fatta Franco Bello Fotografie il 1° maggio 2014 e allora c’è anche Giulio Morra. A Quarello, per dedicargli la vigna, gli ho fatto fare una targa con scritto una frase di Giovanni Ruffa: “A Carlo Quarello, maestro di nuvole, di grignolino e d’ivrognes”. Ivrognes, in francese, sono quelli che bevono un po’ troppo vino. Lui è stato maestro di tutto questo, anche degli ivrognes, che poi Giovanni voleva dire che eravamo noi gli ivrognes. Che una sera Paola, sua moglie, c’ha tirato l’acqua dal balcone a me, Ruffa e Quarello. Anche quest’anno volevo farla una festa bellissima il 1° maggio con tantissimi amici e anche con Giovanni Ruffa, ma c’è la pandemonia e la festa bellissima con tantissimi amici e anche con Giovanni Ruffa non posso farla. Il terzo delivery, il corriere è arrivato proprio in camporella, che non ci potevo credere che il corriere non fosse andato in chiesa, ma in camporella. Il terzo delivery erano 6 bottiglie di Cerasuolo d’Abruzzo di Tenuta i Fauri. Che Valentina me l’ha mandato in cambio della ricetta dei friciulin. La ricetta dei friciulin è di mia zia Luigina, non mia, ma quando ero piccola l’odore dei friciulin di mia zia Luigina mi aveva fatto tornare alla vita dopo la febbre. E allora, se serve, li faccio per tutti i friciulin per far andar via la febbre. L’ultimo delivery, il quarto, me l’ha fatto Matteo. Matteo aiuta sua nonna che ha una bottega Macelleria Bussa dal 1969 a Felizzano e lui fa i delivery. Che sua nonna quando ha sentito per la prima volta delivery, avrà pensato subito alla camporella: tutte scuse per andare in giro, avrà pensato la nonna di Matteo! Sua nonna è come Google, che non ci credono a me e a Matteo. Matteo ho scoperto che è il figlio di Silvia Vergano, una mia compagna di scuola delle elementari. Che non ci posso pensare perché Matteo non è piccolo, Matteo è già grande, ha la barba e guida perché fa il delivery. E quindi io non ci posso pensare che una mia compagna di classe delle elementari abbia già un figlio grande, che ha la barba e che guida perché fa il delivery. Di Silvia, ho un ricordo bellissimo del primo giorno di scuola alle elementari di Refrancore. Le elementari di Refrancore erano ancora dove ora c’è il comune e c’era già anche allora il comune lì. E il primo giorno di scuola, noi femmine, avevamo i grembiulini bianchi. Io mi ricordo che avevo il grembiulino bianco ed ero felice a mille di iniziare la scuola. E quando sono arrivata in comune che poi era la scuola, tutti piangevano. Io non capivo perché tutti piangevano e io ero felice a mille. Non capivo se dovevo piangere anch’io o se potevo essere felice a mille. In quel momento, mentre pensavo se dovevo piangere anch’io o se potevo essere felice a mille, ho visto Silvia. Silvia aveva il grembiulino bianco come me e si vedeva che era felice a mille come lo ero io e allora io mi sono seduta vicino a lei. E Silvia è stata così la mia compagna di banco in prima elementare, che forse poi ci hanno divise perché eravamo sempre felici a mille, Silvia e io. E adesso suo figlio Matteo mi ha fatto il delivery nella mia prima giornata di delivery al mondo a Viarigi. È una famiglia che il destino mi fare le prime cose con loro. Li ringraziamo tutti tantissimo quelli che ci hanno fatto vivere la nostra prima giornata di delivery al mondo a Viarigi. Che la nostra prima giornata di delivery al mondo a Viarigi, è stata stancante. E adesso la Rosina e io ci riposiamo un po’.