La telefonata del «cuccu»

Non so a voi, ma a me e alla Rosina stamattina c’hanno già fregate. Abbiamo ricevuto la telefonata del «cuccu» e, zac!, ci siamo cascate in pieno. Che la Rosina subito si è anche un po’ ringalluzzita perché pensava che il «cuccu» fosse un bel manzo di pennuto. È rimasta un po’ delusa la Rosina che il «cuccu» non fosse un bel manzo di pennuto, ma lo scherzo di Carussin Bruna Ferro. Che Bruna, il 1° aprile, gli scherzi li fa sempre. Anche se lo sappiamo, la Rosina e io, ci siamo cascate lo stesso. Il 1° aprile dovrebbe essere dichiarata la Giornata mondiale delle mie Amiche. Perché a tutte le mie amiche fare gli scherzi piace tantissimo, che passerebbero tutta la giornata a fare gli scherzi. La regina indiscussa dello scherzo, però, è la mia amica Romina. Che prima era la mia migliore amica di Acqui Terme perché viveva ad Acqui Terme e adesso è la mia migliore amica di Asti città perché vive ad Asti città. A Romina, le vengono così bene gli scherzi che dopo il coronavirus, se non ha più il lavoro, Romina dovrebbe mettere su una agenzia di scherzi. Me la vedo già l’insegna: Agenzia di Scherzi e Burle di Mignone Romina & Co srl. Che quando volete fare lo scherzo alla suocera o al collega d’ufficio antipatico assai, la chiamate e lei una soluzione al vostro scherzo la trova sempre. Se non volete che lo scherzo lo faccia lei, vi fa anche solo la consulenza per lo scherzo. Io comunque vi consiglio di prendere lei a fare lo scherzo. Costerà un po’ di più ma il risultato è garantito a mille. Perché Romina ha un vero talento per inventare gli scherzi. Una volta è riuscita persino a fare la Madonna del Presepe di Villadossola. Ma adesso non vi voglio parlare dello scherzo della Madonna del Presepe di Villadossola. Vi voglio raccontare altri due scherzi che sono rimasti nella storia degli scherzi. Che mia mamma, quando uscivamo Romina e io, si raccomandava: “Mi raccomando: non bevete e non fate gli scherzi!”. Perché tanto mia mamma lo sapeva che Romina e io bevevamo e facevamo gli scherzi. Una volta mia mamma ha ricevuto una telefonata delle Terme di Acqui che volevano venderle un soggiorno con un’offerta e mia mamma ha risposto: «Fatevi furbe due cretine!». Mia mamma era così abituata che facevamo gli scherzi, Romina e io, che pensava fossimo noi. Ma non eravamo state noi a telefonare quella volta, erano state davvero le Terme di Acqui. Da quella volta, le Terme di Acqui non hanno mai più telefonato a casa di mia mamma. Il primo scherzo che vi voglio raccontare, lo abbiamo fatto al mio migliore amico dei Valenzani Andrea Capellino. Andrea Capellino è un architetto. Ha uno studio ad Asti e uno in California. È un bravo architetto Andrea Capellino. Da piccolo mi diceva che da grande mi avrebbe fatto lui la casa. Una casa grande e bellissima, tutta per me. E alla fine, da grande, il mio amico architetto Andrea Capellino me l’ha fatta davvero una casa grande e bellissima, tutta per me. Ma non vi voglio parlare della casa grande e bellissima, tutta per me, che mi ha fatto il mio amico architetto Andrea Capellino. Vi voglio parlare dello scherzo che gli abbiamo fatto tanti anni fa. Lui mi aveva fatto il «cuccu» e chi mi fa il «cuccu» sa che prima o poi, il «cuccu» torna con il carico da cento. A lui, il «cuccu» è tornato con il carico da cento che ancora adesso, dopo 16 anni, ogni tanto sogna ancora la telefonata della dottoressa Caneparo. È uno scherzo che dura nel tempo quello della dottoressa Caneparo. Nello scherzo, la dottoressa Caneparo era una dottoressa della Sovrintendenza dei Beni artistici e architettonici del Piemonte, assistente della tal dei tali che invece era vera allora la tal dei tali della Sovrintendenza dei Beni artistici e architettonici del Piemonte. La dottoressa Caneparo, in realtà, era Anna. Anna è l’amica di Romina e mia. Vive ad Acqui Terme. Ha un diploma da geometra e conosce bene la materia. Romina, che ha il talento anche di scegliere bene le persone per fare gli scherzi, ha scelto Anna per fare la dottoressa Caneparo. La telefonata della dottoressa Caneparo è stata lunga e impegnativa. Per farvela breve, la dottoressa Caneparo aveva individuato un’anomalia, diciamo così, nei lavori fatti in un cantiere. Che quella anomalia, diciamo così, nei lavori fatti in un cantiere, c’era davvero perché avevo origliato una telefonata infuocata che Andrea aveva fatto poche ore prima al muratore. Che il povero muratore, lui del mattone del 1300 gliene fregava assai. E allora la dottoressa Caneparo bloccava il cantiere e convocava immediatamente ma immediatamente Andrea nella direzione della Sovrintendenza dei Beni artistici e architettonici del Piemonte. La dottoressa Caneparo parlava calma e determinata, con quel tono di voce che hanno le donne decise ad arrivare fino in fondo alla questione. Che ce l’avete presente quel tono di voce che hanno le donne decise ad arrivare fino in fondo alla questione? Ti scappa la maionese solo al pensiero. La dottoressa Caneparo era così e Andrea sudava, ma sudava così tanto che Andrea, quando ha messo giù, aveva l’alone del sudore delle ascelle sulla camicia azzurra. Alla fine, prima che Andrea partisse per andare a incontrare la dottoressa Caneparo nella direzione della Sovrintendenza dei Beni Artistici e Architettonici del Piemonte, la dottoressa Caneparo ha finto di passargli la tal dei tali della Sovrintendenza dei Beni artistici e architettonici del Piemonte. Ma la la tal dei tali della Sovrintendenza dei Beni artistici e architettonici del Piemonte, in realtà, era Romina che gli ha detto: architetto Capellino, degli scherzi fai come del sale, un uso moderato e prudenziale. E lui quando ha sentito la voce di Romina, ha capito subito che era uno scherzo. Lui l’ha capito, ma il suo inconscio non è convinto fino in fondo che la dottoressa Caneparo non esista. E ogni tanto la sogna ancora la dottoressa Caneparo. Che da quando ha conosciuto la dottoressa Caneparo, Capellino non sogna neanche più l’esame di Maturità. Quando deve fare un incubo, il suo inconscio sogna solo ed esclusivamente la dottoressa Caneparo. E poi ve ne racconto anche un altro scherzo. Che noi volevamo fare uno scherzo ma alla fine lo scherzo ce l’hanno fatto a noi. Romina e io abbiamo una tradizione: la sera di Natale, facciamo gli scherzi telefonici. C’è gente ormai che se non gli facciamo lo scherzo telefonico la sera di Natale si offende. Io, per un po’ di anni, ho fatto Suor Ermenegilda che chiedeva l’offerta per la Confraternita degli Orfanelli Scalzi di Piadena. Chiedevo di digitare sui tasti del telefono la cifra dell’offerta. Una volta la mamma di Monica ha pigiato 1 e 0 e pensando di aver donato 10 euro, ha poi chiamato i carabinieri. Tra le persone che non possono mancare nel nostro scherzo telefonico la sera di Natale, c’è l’Alfredo. L’Alfredo è il marito della Anna di Castello d’Annone, quella che una volta ha salvato mia mamma dalla dieta. Ve la ricordate? A noi, l’Afredo ci sta simpatico assai e non può mancare negli scherzi telefonici della sera di Natale. Quella sera di Natale, la preparazione è stata lunga. Romina aveva deciso che avrebbe fatto la suadente voce di una bellissima donna straniera. Che Romina, l’Alfredo, voleva ammaliarlo con la sua suadente voce di una bellissima donna straniera. E così la telefonata è iniziata: «Ciao Alfredo, sono Svetlanca…». Dall’altra parte silenzio e poi l’Alfredo, mezzo assonato: «Chi sei??? La zia Franca???». Non ce l’abbiamo fatta ad andare avanti con lo scherzo perché abbiamo riso così tanto, ma così tanto, che non siamo più riuscite a fare gli scherzi quella notte di Natale perché ridevamo. L’Alfredo, alla fine, lo scherzo ce l’ha fatto a noi. E l’Alfredo, se già ci stava simpatico prima, da quando ha scambiato la suadente voce di Svetlanca per la zia Franca, è diventato primo nella classifica dei mariti simpatici assai delle amiche di mia mamma. Oggi, noi non li facciamo gli scherzi. Noi, gli scherzi, ve li facciamo la sera di Natale. E la sera di Natale, adesso, sapete che vi può arrivare la telefonata di Svetlanca o di Suor Ermenegilda o magari, chissà, vi facciamo chiamare dalla Rosina che tanto la voce non la conoscete. Ma potrebbero anche chiamarvi dalle Terme di Acqui e allora prima di rispondere: «Fatevi furbe cretine!» accertatevi bene se siamo noi, se è la Rosina o se sono davvero quelli delle Terme di Acqui.