Giuliana e il terzo livello del Wset

Tra i buoni propositi del dopo coronavirus, la mia amica Giuliana ha quello di fare il terzo livello del Wset. Se non sapete cos’è, non vi preoccupate: fino al 21 febbraio 2020 neanche Giuliana sapeva cosa fosse il Wset e adesso vuole fare il terzo livello. Fino al 21 febbraio 2020 non sapevamo neanche cosa fosse il coronavirus e adesso lo sappiamo tutti benissimo. Il Wset è il Wine & Spirit Education Trust. Per dirvela semplice, il Wset è studiare le cose del vino in inglese, invece che in italiano. Gliel’ho regalato io il secondo livello del Wset, che sapevo che le piaceva assai. L’ultimo regalo prima dell’Era Coronavirus. L’ultimo corso del secondo livello del Wset fatto da Alessandra prima dell’Era Coronavirus. Eravamo al Poggio di Gavi, da Francesca Bridget. Ve la ricordate Francesca Bridget no? Mentre Giuliana scopriva cos’era il Wset, a Codogno scoprivano il coronavirus. Meno male che il coronavirus è arrivato mentre noi con ElenaLiaMirella, Francesca, Miriam, Anna, l’altra Francesca che di cognome si chiama come la Rosina ed è la secchiona del gruppo, stavamo facendo l’esame così abbiamo potuto dare l’esame e ora Giuliana può mettere tra i buoni propositi del dopo coronavirus di fare il terzo livello del Wset. Che il terzo livello del Wset è difficile. Io non so ancora se lo faccio un proposito così difficile. La Rosina vorrebbe che lo facessi questo proposito, ma è difficile da mantenere. E sapete che io voglio fare solo propositi che posso mantenere. E la Rosina mi dice: ma se lo fa Giuliana un proposito così difficile, puoi farlo anche tu. Ci penso, vah. Ma io non vi voglio parlare del Wset, vi voglio parlare di Giuliana. Giuliana è la mia migliore amica di tutto il mondo intero. Giuliana fa la dottoressa. Più che la dottoressa, è la responsabile di un’unità operativa. Che, poi, detto in parole semplici è un primario di Otorinolaringoiatria. Lei è sempre stata brava e studiosa anche quando eravamo piccole, non come me e sua sorella Donatella, che era quella che mi aiutava a fare gli scherzi a don Boero. Noi non eravamo né brave né studiose, Donatella e io pensavamo a fare gli scherzi a don Boero. Giuliana, infatti, è diventata dottoressa e noi no. Per me è più che un’amica, Giuliana è una sorella. Ma così tanto sorella che, a un certo punto, ci siamo persino scambiate lo strizza cervelli. Che il mio ex strizza è un quasi omonimo di Stefano. E io subito pensavo che fosse lui a scrive le recensioni dei vini e del mangiare su Repubblica. All’inizio, gli facevo persino i complimenti. Poi ho scoperto che erano due persone diverse. Uno ha due T e l’altro due L nel cognome. In un momento di debolezza, il mio ex strizza mi ha confessato che avrebbe tanto voluto essere Stefano di Repubblica per scrivere di vino e di mangiare. Devo presentarli finito il coronavirus. Secondo me si sono simpatici assai. Il mio ex strizza sarebbe davvero orgoglioso di me che adesso parlo con una gallina. Voi, zitti, se vi chiede qualcosa fate finta che non avete sentito che parlo con una gallina. Ma io non vi voglio parlare del mio ex strizza che è quasi omonimo di Stefano di Repubblica, vi voglio parlare di Giuliana. Giuliana, io la conosco da quando siamo piccole. Lei veniva a trovare sua nonna, nel weekend, in campagna. E io non dovevo andare a trovare mia nonna, nel weekend, in campagna perché io abitavo già in campagna con mia nonna anche nel weekend. È lì, a Barcara di Refrancore, che siamo diventate sorelle. Che diventare sorelle non è una cosa solo di sangue. A volte, è anche un po’ il destino che diventi sorelle. Con Giuliana, siamo scappate di casa il 22 agosto 1988. Io avevo quasi 14 anni, lei quasi 15. Siamo scappate di casa per andare a Rimini. Siamo scappate di casa due giorni per andare a Rimini, poi siamo ritornate e ci hanno messo in castigo per due mesi. Per mia mamma e mio papà, Giuliana è un po’ come una figlia. E anch’io per la mamma e il papà di Giuliana, ero un po’ come una figlia. Mia mamma e mio papà dicono che Giuliana doveva fare il medico come Paolo Frola di Rocchetta Tanaro. Perché lei sarebbe stata felice a fare il medico come Paolo Frola di Rocchetta Tanaro. Che le portavi mezzo cappone, una dozzina di uova, un pintone di Barbera e lei era felice. Invece lei ha fatto il primario. Ma quando Paolo Frola di Rocchetta Tanaro, va in pensione, lei potrebbe sempre prendere il suo posto. Anche lei come Paolo Frola di Rocchetta Tanaro, sarebbe uno di quei medici che non ti tolgono il vino. E quindi, qui, avrebbe sempre la lista d’attesa come Paolo Frola di Rocchetta Tanaro che non ti toglie il vino. Potremmo convincerla Giuliana a venire qui. Uno degli argomenti che potremmo usare per convincerla è che, a Rocchetta Tanaro, c’è la Trattoria I Bologna. E potremmo anche convincerla perché a Rocchetta Tanaro, c’è il Carlo della Trattoria I Bologna, che quando finisce il coronavirus faccio il buon proposito di andarlo a trovare. Che io faccio solo buoni propositi che sono capace a mantenere. Anche con Giuliana, da giovani, guardavamo le stelle cadenti e facevamo solo desideri che si potevano realizzare. E così si sono realizzati tutti i nostri desideri. Che non ci puoi neanche credere che le stelle cadenti realizzino tutti i tuoi desideri. Giuliana e io abbiamo passato tante estati in barca, perché il papà di Giuliana aveva una barca che si chiamava prima “Martina” e poi “Matteo”. Siamo state felici in barca, Giuliana e io. Stare in barca è un po’ come la quarantena. Se sei in barca, non è che te ne puoi andare in giro. E allora Giuliana e io, in questi giorni, facciamo finta di essere in barca che in barca ci stappavamo le bollicine già alle sei del pomeriggio ed eravamo felici. Io non so se lo faccio il terzo livello del Wset, ma voi, se Giuliana vi chiede, fate finta che lo faccio. Che Giuliana si è già comprata il libro per studiare il vino in inglese del terzo livello del Wset. È il suo pensiero bello del mattino. Che le viene persino il sorriso dietro la mascherina. E quel sorriso dietro la mascherina, alla fine, vince ogni altra paura.