I medici di paese che non ti tolgono il vino

Te ne ho mai parlato, Rosina, dei nostri medici di paese? Mi sono tornati tutti in mente uno dopo l’altro in questi giorni di pandemonia. Il dottor Primo Avidano è stato il mio primo medico di paese. E prima di essere il mio primo medico di paese, il dottor Primo Avidano è stato il mio pediatra. Un uomo gentile, di poche parole, che intuiva subito tutto come intuivano solo i vecchi medici di paese. Al tramonto, d’estate, quando fa molto caldo, allungo sempre per tornare a casa perché so che il dottor Primo Avidano va a camminare sulla strada che dalla Mercantile di Castagnole Monferrato porta a San Desiderio. Mi piace fargli credere che passo di lì per caso, ma in realtà passo di lì apposta per salutarlo. Ma voi fate finta che non avete sentito che in realtà passo di lì apposta per salutarlo. Non vedo l’ora che finisca la pandemonia e che arrivi l’estate, così al tramonto, passo di lì apposta per salutarlo il dottor Primo Avidano. Un altro medico, che non è mai stato il mio medico, ma io l’avrei voluto a mille come medico è Paolo Frola. Paolo Frola è il medico condotto di Rocchetta Tanaro. Che lo sapete che a me quelli di Rocchetta Tanaro stanno simpatici a mille. Riuscire ad avere Paolo Frola come medico, è come fare passare un cammello nella cruna di un ago. Paolo Frola ha delle liste lunghissime che tutti lo vogliono come medico. Il perché me l’aveva rivelato una sera Gianni Basso, il musicista, che lui era famoso ed è riuscito ad avere Paolo Frola come medico. “Non ti toglie il vino”, mi ha rivelato una sera Gianni Basso. Paolo Frola è un medico che non ti toglie il vino e tutti lo vorrebbero un medico che non ti toglie il vino. E poi, Paolo Frola scrive canzoni e suona e canta. E tutti lo vorrebbero un medico che non ti toglie il vino, scrive canzoni e suona e canta. E fa anche la cugnà, la mostarda d’uva. E tutti lo vorrebbero un medico non ti toglie il vino, scrive canzoni e suona e canta, e fa anche la cugnà. Io non sono famosa come Gianni Basso e non sono riuscita ad averlo Paolo Frola come medico, ma almeno ce l’ho come amico Paolo Frola. E avere come amico Paolo Frola non vedi l’ora che finisca la pandemonia per rivederlo un amico come Paolo Frola. Un altro medico, che non è mai stato il mio medico, ma io l’avrei voluto a mille come medico è il Bruno Trombetta. Il Bruno Trombetta era di Refrancore. Il Bruno Trombetta è già andato nel paradiso dei medici condotti che tutti avrebbero voluto avere. Io l’ho capito che i medici condotti che tutti avrebbero voluto avere, è perché non ti tolgono il vino. Perché anche il Bruno Trombetta, il vino non te l’avrebbe tolto. Il Bruno Trombetta tutti l’avrebbero voluto avere come medico perché il Bruno Trombetta era un bravo medico. Così bravo che avrebbe potuto diventare famoso ma al Bruno Trombetta, di diventare famoso, gliene fregava niente. Al Bruno Trombetta gli piaceva stare a Refrancore, non diventare famoso. E poi gli piaceva la vita del paese, fare gli scherzi e ridere. Una volta a mio papà sono venute le coliche e ha chiamato d’urgenza il Bruno Trombetta. Il Bruno Trombetta gli ha fatto una puntura. Dopo due ore, l’ha chiamato e gli ha chiesto: “Stai bene Italo?”. Mio papà, sì, stava bene. E il Bruno Trombetta: “Avevo un puntura da fare al cavallo e non la trovo più”. Che mio papà se la ricorda ancora quella telefonata. Il Bruno Trombetta era simpatico e tutti l’avremmo voluto come medico. Fare i medici dei paesi, non è come fare i medici di città. I medici dei paesi prima ancora che medici sono amici che ti puoi confidare e così loro possono anche fare meglio i medici se ti puoi confidare. I medici di paese ti danno il loro numero di telefonino. E a volte li chiami anche la sera e la domenica. I medici di paese, quando scelgono di fare i medici di paese, lo sanno che a volte li chiami anche la sera e la domenica. Ma loro scelgono lo stesso di fare i medici di paese, anche se forse sarebbero diventati famosi a non fare i medici di paese. Ma a loro di diventare famosi, gliene frega niente. E tutti li vorrebbero i nostri medici di paese che non ti tolgono il vino, scrivono canzoni e suonano e cantano, e fanno anche la cugnà. Tutti li vorrebbero i nostri medici di paese anche perché, in questi giorni di pandemonia, che a tutti ci scappa la maionese, a loro, no, a loro la maionese non scappa. E allora noi ce li teniamo ben stretti i nostri medici di paese e, in questi giorni di pandemonia, che a tutti ci scappa la maionese, ma a loro, no, a loro la maionese non scappa, gli diciamo anche due volte grazie per essere i nostri medici di paese.