Francesca Bridget Poggio

Oggi ho visto la Rosina un po’ giù. Anche le galline hanno i loro alti e bassi. E allora ho pensato di sfoderare un asso nella manica. Il mio asso nella manica si chiama Bridget. Bridget è una mia amica che nella realtà si chiama Francesca, ma noi la chiamiamo Bridget. Bridget che poi è Francesca fa la produttrice di vino a Il Poggio di Gavi. Il Gavi è un vino bianco. E lei produce un Gavi buonissimo. Ma io non vi voglio parlare del Gavi. Vi voglio raccontare di Bridget che poi è Francesca. Questa storia fa molto ridere. Ma lei, ve lo dico, si arrabbierà moltissimo che ve lo racconto, ma tanto poi facciamo la pace. Francesca l’ho chiamata io Bridget perché avete presente i discorsi a sproposito che faceva Bridget Jones nel film? Francesca è uguale. Ho conosciuto Francesca a Düsseldorf, quando ancora c’era il ProWein. E meno male che c’era il Prowein perché così ho conosciuto Francesca. Era marzo 2013 e Francesca era appena stata eletta delegata delLe Donne del Vino del Piemonte. Ma Francesca che ha tanti pensieri, ma proprio tanti, ma non li sa dire bene, ha pensato di chiedere a me di dire bene i suoi pensieri. Che poi, dire bene i pensieri anche degli altri è il mio lavoro. Non era ancora Bridget ma in cuor suo, lo sapeva già di essere Bridget. Quella sera abbiamo bevuto tante birre, ma così tante che ho capito che sarebbe diventata mia amica. Perché non mi faceva aspettare il coronavirus per bere tante birre, ma le potevamo bere anche nel frattempo che aspettavamo il coronavirus. È diventata ufficialmente Bridget durante una cena. Che poi era una cena-riunione delle Donne del Vino del Piemonte. Eravamo a Strevi, ospiti di Michela, che produce Moscato ma è anche brava a cucinare. E quella sera ha cucinato che ancora mi ricordo cosa ha cucinato. Bruna e io eravamo vicine, nell’ultima fila. Perché a Bruna e me piace stare nell’ultima fila, che nell’ultima fila quando sei sul pullman si canta. Francesca, che fino a quel momento era ancora Francesca, si è preparata un discorso. Ma non gliel’ho detto io, perché io dico bene lo scritto, l’ha detto lei perché era un discorso. E a un certo punto, il suo pensiero era: “Siete il grande zoccolo duro di questa delegazione”. Ma non l’ha detto bene “il grande zoccolo duro”. Il suo pensiero ha fatto una sintesi e ne è uscita una sola parola superlativa. Per chi non sa cos’è il superlativo, il superlativo di bello è bellissimo. Adesso dovreste capire qual è quello di zoccolo. Che non è proprio una parola di quelle che si possono dire a delle Donne del Vino se tu sei la delegata. Da quel momento, è diventata ufficialmente Bridget. Bridget non la voleva dire quella cosa lì, giuro. Io lo so perché la conosco. Bridget pensa solo cose belle. Mai quelle brutte. Anche adesso che c’è il coronavirus, lei pensa solo cose belle. Però le dico di non dirle, che piuttosto gliele dico io per lei, che non si sa mai. Bridget è diventata la mia migliore amica di Gavi. Io ho tante migliori amiche, così le divido per zone come si fa con le doc dei vini. Bridget la chiama così ormai anche suo marito Angelo, che quando telefono e risponde lui, le dice che c’è il suo amore al telefono. Il suo amore sarei io. Perché Bridget e io ci amiamo davvero. E allora visto che ci amiamo e che se anche si arrabbia poi mi perdona, vi racconto altri due episodi dove è stata proprio Bridget ma tanto. Il primo è questo: eravamo a Toronto. Una sera rientrando in albergo vediamo un signore vestito di nero, con la barba e il cappello appoggiato al muro. Mezzora dopo usciamo e lui è ancora lì. Bridget tira fuori delle monetine e gliele sporge. Lui la guarda, strabuzza gli occhi e le fa no no con la testa. Lui era lì che aspettava qualcuno, non era lì per chiedere le monetine a Bridget. Ma Bridget gli ha dato le monetine e lui non le ha volute. Dopo il signore che non ha voluto le monetine, sarà andato a casa a vestirsi di colori, a tagliarsi la barba e a togliersi il cappello. Io dopo ho riso tantissimo. E poi vedevo la faccia di Bridget e ridevo ancora di più. Immaginatevi la faccia di Bridget e ridete pure tantissimo anche voi. La seconda storia, io, Bridget non la conoscevo ancora e non era ancora Bridget. Cioè era già Bridget tantissimo, ma non sapeva di esserlo perché dovevo ancora arrivare io a dire bene che era Bridget. Me l’ha raccontata Angelo, suo marito, che è un insegnante di golf. Io non c’ero ma avrei riso tantissimo. Era estate. Una bella giornata di sole, di quelle calde ma con il venticello che ti senti padrone del mondo. Al campo da golf, c’era una gara. Che già il nome della gara: «Ciucca cup». La regola del gioco era: tutte le volte che facevi buca, dovevi bere mezzo bicchiere di vino. Bridget, che era ancora Francesca, gioca bene a golf e di buche ne sa fare tantissime. Bridget, che era ancora Francesca, la conosco bene da Düsseldorf e so che regge benissimo il vino. Ma quel giorno faceva caldo e quel venticello che ti sentivi padrone del mondo, l’ha fregata. Perché quel venticello che ti sentivi padrone del mondo, arriva quatto quatto che non lo senti. Come il coronavirus. E quando l’ha capito che non doveva più bere il mezzo bicchiere di vino quando faceva la buca, quel venticello che ti sentivi padrone del mondo, l’aveva già fregata. Ma destino, quel giorno non c’era solo quel venticello che ti sentivi padrone del mondo a fregarla, c’era anche il pulsante del carrello elettrico che porta le mazze dal golf. Il pulsante del carrello elettrico che porta le mazze dal golf, a un certo punto, si è bloccato. Ma non si è bloccato da fermo. Si è bloccato in azione. Bridget, che ancora Francesca, che quel venticello che ti sentivi padrone del mondo, l’aveva già fregata, non ha avuto la prontezza di lasciare il manico del carrello e allora il carrello l’ha trascinata dritta dritta nel laghetto del golf. L’ha trascinata tutta nel laghetto. Proprio tutta e non è, sai, che si è bagnata solo la punta dei piedi. L’ha soccorsa Angelo. Perché Angelo è proprio bravo ed è il marito giusto per Bridget. Perché quando a Bridget vanno stretti i vestiti, lui le dice che la vede sempre uguale e che forse la donna delle pulizie non sa fare le lavatrici e i vestiti si restringono. Tutte vorremmo averlo un marito che ti dice delle cose così belle. Soprattutto nei tempi del coronavirus. E Francesca non c’è più andata per un po’ in quel campo da golf, ma adesso ci va di nuovo. Anche la Giorgia, figlia di Bridget e Angelo, la chiama Bridget. La Giorgia è simpatica a mille, ma non solo è simpatica a mille quando parla, è simpatica a mille a pelle. Appena la vedi, pensi questa è simpatica a mille. E anche la Franca, la mamma di Bridget, è simpatica a mille. Non so se sapeva le storie di Bridget, ma tanto lei è una che prende le pastiglie con il limoncello. E io a 80 anni voglio diventare come la Franca che prende le pastiglie con il limoncello. Su un farmaco che prendo, c’è scritto: “Deglutisca la pastiglia con un po’ d’acqua. Non devono essere usati altri liquidi”. Si vede che l’hanno saputo anche loro che voglio diventare come la Franca. Ditelo anche voi a Bridget, che non si arrabbi perché vi ho raccontato di Bridget. Era per farvi ridere. Ho pensato che se vi faccio ridere, la Natura non mi manda il coronavirus. Perché se mi manda il coronavirus, non posso più farvi ridere. E poi sono sicura che quando assaggerete mezzo bicchiere di Gavi di Francesca in una bella giornata d’estate con un venticello che ti senti padrone del mondo e non ci sarà neanche più il coronavirus, vi ricorderete di Bridget e vi verrà un sorriso. E quel mezzo bicchiere di Gavi con il sorriso sarà ancora più buono.