Carlo nel paradiso dei figli …

Carlo

Non so a voi, ma a me e alla Rosina, la pandemonia, ci ha cambiato un po’ le abitudini. Il caffè, per esempio. Il caffè lo prendo solo io. La Rosina no. Prima della pandemonia, il caffè mi piaceva a mille quello della cialda compostabile della Vergnano. Ma la cialda compostabile della Vergnano, il Bruno e la Luigina dei Valenzani e neanche la Rosanna di Viarigi, non la tengono. Nelle botteghe dei paesi, c’è il caffè quello vero. Nelle botteghe dei paesi, tengono solo il caffè quello vero. La cialda no. Che, con la pandemonia, ho tirato fuori la moka. Il problema della moka è che ti devi ricordare che hai la moka sul gas. E allora in questi giorni ho capito perché avevo scelto la cialda invece della moka. Io non mi ricordo mai della moka sul gas. Spesso non mi ricordo e basta. Sarà per quello che scrivo perché spesso non mi ricordo e basta. Ieri Monica mi ha ricordato quando ho regalato il libro e dvd “La gabbianella e il gatto” di Sepulveda a Carlo. Io proprio non me lo ricordavo di aver regalato il libro e dvd “La gabbianella e il gatto” di Sepulveda a Carlo. Gli ho fatto un bel regalo a Carlo quando aveva 3 anni. Carlo, quando aveva 3 anni, mi chiamava Marmotta. Che Marmotta per lui era Fiammetta. E allora, per anni, sono rimasta la zia Marmotta. Monica mi chiama ancora oggi zia Marmotta. Monica è la mia migliore amica degli Accorneri. Ci conosciamo dalla prima media. Ne abbiamo fatte di cotte e di crude. Un’estate, il Renzo e la Gianna, che sono il papà e la mamma di Monica, sono andati in vacanza e ci hanno lasciate a casa da sole. Avevamo 14 anni ma con noi c’era Susanna che era più grande di noi. E loro pensavano che noi non facessimo festa tutte le sere. Invece noi abbiamo proprio fatto così: festa tutte le sere. Neanche una sera in cui non abbiamo fatto festa a casa del Renzo e della Gianna. Che la Gianna mi pensa ancora oggi tutti i giorni. Una sera ho cucinato gli spaghetti a mezzanotte per tutti con il pomodoro crudo. E il pomodoro crudo l’ho tagliato proprio sul suo bel piano in marmo bianco. Che era un piano in marmo bianco prima che il Renzo e la Gianna partissero per la vacanza. Da quando ho tagliato il pomodoro crudo per cucinare gli spaghetti a mezzanotte per tutti, è diventato un piano curvo in marmo non proprio bianco. Così l’hanno trovato il Renzo e la Gianna al ritorno dalla vacanza: un piano curvo in marmo non proprio bianco. Il Renzo non se n’è neanche accorto. Ma la Gianna! La Gianna, sì, se n’è accorta. E l’abbiamo sentita, la Gianna, quando è tornata dalla vacanza. E allora la Gianna, quando cucina, mi pensa ancora oggi tutti i giorni. È bello aver lasciato un ricordo di te trasformando un piano in marmo bianco in un piano curvo in marmo non proprio bianco. Quando Carlo ne combinava una, da piccolo, e Carlo ne combinava spesso una da piccolo, mi additava sempre come esempio: sì, ma anche Fiammetta ha fatto; sì, ma anche Fiammetta ha detto. E la Gianna glielo avrà detto a Carlo che non era proprio un esempio da seguire una che trasforma un piano in marmo bianco in un piano curvo in marmo non proprio bianco. A Carlo questa cosa che io avevo trasformato un piano in marmo bianco in un piano curvo in marmo non proprio bianco, però, piaceva a mille. E allora Carlo ha cominciato a colorare il sole azzurro e le nuvole gialle. Che per me che avevo trasformato un piano in marmo bianco in un piano curvo in marmo non proprio bianco, il sole azzurro e le nuvole gialle erano belle a mille. E Carlo e io ci capivamo sul sole azzurro e le nuvole gialle, così come sul piano in marmo bianco trasformato in un piano curvo in marmo non proprio bianco. Carlo, quando lo vedevo in giro con i suoi amici, gli dicevo: guai a te se dici che sono amica di tua mamma. Guai eh. Che lei è vecchia ma io sono giovane. Monica e io siamo nate in un giorno diverso, ma lo stesso mese dello stesso anno. Carlo, però, mi dava ragione: lei è vecchia ma io sono giovane. Anche adesso glielo dico a Monica che lei è vecchia ma io sono giovane. Ogni tanto glielo dico per farla un po’ ridere, a Monica. Monica, la pandemonia, l’ha vissuta qualche mese prima che arrivasse questa pandemonia. Perché la pandemonia ha tante forme e a volte si manifesta anche solo a te. A Monica, la pandemonia si è manifesta a novembre quando Carlo è andato nel paradiso dei figli che colorano il sole azzurro e le nuvole gialle. Anche a Chiara, la pandemonia si è manifestata tanti anni fa con Marco che è andato nel paradiso dei figli che colorano il sole azzurro e le nuvole gialle. Anche a Silvia, la pandemonia si è manifestata tanti anni fa con Edoardo Filippo che è andato nel paradiso dei figli che colorano il sole azzurro e le nuvole gialle. Carlo, Marco ed Edoardo Filippo, ognuno ha scelto il suo modo per andare nel paradiso dei figli che colorano il sole azzurro e le nuvole gialle. A Monica, a Chiara e a Silvia, la pandemonia questa, fa meno paura che a noi. Perché loro, la pandemonia, l’hanno già vissuta. Marco ed Edoardo Filippo, io, non li ho conosciuti, ma Carlo sì. Carlo, prima di andare nel paradiso dei figli che colorano il sole azzurro e le nuvole gialle, si era fatto un tatuaggio. Carlo aveva scelto come tatuaggio un falco. La Rosina dice che sembra un gallo e allora le piace a mille il tatuaggio che si era fatto Carlo. Che Monica la sentiamo, io e la Rosina: ussignur, Carlo, non farti un tatuaggio così neh. E io l’avrei guardato Carlo e gli avrei detto: lei è vecchia ma io sono giovane. E lui avrebbe detto a Monica: ma mamma, zia Marmotta ha detto che devo farmelo assolutamente il tatuaggio! Perché i falchi volano alto. Ma alto, alto. E il paradiso dei figli che colorano il sole azzurro e le nuvole gialle, è proprio lì, solo un po’ più su di dove volano i falchi.