Brain frog

Avete sentito che la pandemonia porta il “brain fog”? Il “brain fog” è quando hai il cervello pieno pieno di nebbia. Che non ho capito se viene solo a chi ha avuto la pandemonia o anche agli altri. Voi vi sentite un po’ con il cervello pieno pieno di nebbia? La Rosina e io ve lo confessiamo: sì, ci sentiamo un po’ con il cervello pieno pieno di nebbia. Con il cervello pieno pieno di nebbia, io sbaglio i nomi. A una giornalista, Daniela, l’ho chiamata Alice come la sua posta elettronica alice.it. Non stupitevi quindi se vi chiamo signor Gmail o signor Outloook o signor Virgilio. Lo sbaglio più grande a mille l’ho fatto dal veterinario. Dal veterinario sono andata per operare Stellina. Stellina è il dobermann grosso grosso, nero nero che ho ereditato dalla mia amica Donatella, che è andata nel paradiso delle amiche che non volevano invecchiare. Il veterinario vive in un posto così lontano dal mondo che in confronto Viarigi è una city. Il veterinario ti accoglie sempre vestito con la muta da sub e le scarpe da scoglio, che sembra lì-lì pronto per andare a pescare i ricci. Il veterinario non abita al mare, abita nelle campagne di Cremona. Si vede che, in pandemonia, va la moda mare perché la mia amica Giuliana, ve la ricordate la mia amica Giuliana, la dottoressa? Ecco, mi ha raccontato che una paziente è andata a farsi visitare ed è andata a farsi visitare con la maschera da sub. Oltre alla moda mare, il veterinario è uno che ci tiene a sé. Si vede da come si cura i capelli. Ha i capelli lunghi, belli. Con uno che ci tiene a sé, cosa ho fatto io? Ho sbagliato a chiamarlo. L’ho chiamato dottor “Dorelli”. Lui non ha neanche fatto finta di non essere offeso e mi ha risposto: sì, già che ci sei chiamami pure Jonny. Da giovani, anche la mia amica Elena si sbagliava persone. Il giorno prima della Maturità, Elena ha ricevuto una telefonata. Pensava di parlare con una che chiamavamo “la maiala”. Pensate che tono poteva avere Elena con una che chiamavamo “la maiala”. La maiala le diceva che voleva vedere il suo orale alla Maturità, ma Elena le ha risposto: ma tu sei scema! Alla fine, non era la maiala al telefono: era la professoressa di inglese al telefono. Un’altra volta, Elena ha risposto al citofono e al citofono hanno detto: fiorista! Era così abituata a ricevere fiori che pensando fosse un suo amico, gli ha risposto: dai, sali scemo! E lui: a che piano? Lei abitava al secondo piano ma per scherzo ha detto: quarto! Quando ha visto che l’ascensore saliva al quarto piano, ha capito che forse era davvero il fiorista. Chissà cosa fa Elena adesso con il cervello pieno pieno di nebbia. Comunque non solo noi persone normali abbiamo il cervello pieno pieno di nebbia. Anche i dottori hanno il cervello pieno pieno di nebbia. Persino gli psicologi hanno il cervello pieno pieno di nebbia. Ma avete sentito Psychology Today? Psycology Today ti dicono: “Scrivi il tuo necrologio. Che cosa ci metti dentro?”. Lo chiamano “un esercizio di autenticità e consapevolezza”. Oh psicologi santi macché esercizio di autenticità e consapevolezza! Che mi avete spaventato la Rosina! Mi guardava storta storta perché si vedeva già bollita in una pentola di Natale. Oh psicologi santi cos’è che avete nel cervello che vi divertite a spaventare una gallina? Ma non è meglio invitare la gente, chessò, a giocare a tombola? Il necrologio dobbiamo scriverci adesso! Che ho passato ore e ore a rassicurare la Rosina che non parlavate con lei, ma con me. Che per scrivere il mio necrologio, ci ho pensato tutto il giorno a cosa scriverei sul mio necrologio. Qualcosa dovevo pur scrivere per far passare la paura alla Rosina. Alla fine, l’ho scritto il mio necrologio. Breve e circonciso, come ho sentito dire una volta: era una che davanti a un viale di cipressi, non avrebbe mai visto un cimitero, ma la doc Bolgheri.